Cronologia di una polemica

23 agosto 2010: A Torremaggiore viene inaugurata, alla presenza di Fernanda Sacco, nipote di Nicola, anarchico giustiziato negli Stati Uniti nel 1937 (proprio il 23 agosto), Antonio Di Pietro, senatore di IdV, Orazio Schiavone, consigliere regionale del partito del “che c’azzecca”, la sede dell’”Associazione Sacco e Vanzetti”.

27 agosto 2010: La presenza dell’ex giudice di Mani Pulite, lontano anni luce dall’anarchismo, solleva le critiche dell’editore salernitano Giuseppe Galzerano (editore di biografie di regicidi ed anarchici) il quale, a Teleradioerre, commenta così:

Certo, non possiamo impedire all’on. Di Pietro di inaugurare, nè ai cittadini di Torremaggiore di intestare un’Associazione ai nostri compagni, dei quali nulla o pochissimo sanno. In quest’Italia, che è ormai alla deriva e dove non c’è più nè politica nè cultura, tutto è possibile. Però ciò non ci può impedire di dire la nostra opinione. Nonostante la loro purezza, la loro abnegazione e i loro sacrifici, gli anarchici – uomini contro il potere e contro lo Stato – dagli uomini di potere sono stati sempre ritenuti e trattati alla stregua di violenti e di delinquenti, ma ciò nonostante diventano «buoni» non appena possono essere piegati ai propri interessi di bottega. La questione è una questione di coerenza e Di Pietro nulla a che fare con la storia di Nicola Sacco e di Bartolomeo Vanzetti. Anzi, giustizialista com’è, sono convinto che fosse stato giudice a quei tempi li avrebbe pesantemente condannati, oggi invece sfrutta il loro nome a fini elettorali, per carpire il consenso elettorale, mentre i due nostri compagni erano – come tutti gli anarchici – astensionisti. Difatti dopo aver accennato fugacemente a Sacco e Vanzetti, sfrutta immediatamente il loro caso per parlare dei giudici. Ci saremo aspettati un minimo di coerenza da parte dei fondatori dell’Associazione, che si poteva manifestare invitando all’inaugurazione chi ancora oggi la pensa come Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, cioè gli anarchici, che in Italia – se i fondatori lo ignorano, è bene che lo sappiano – ci sono ancora. In ogni modo, Sacco e Vanzetti, che, completamente innocenti finirono sulla sedia elettrica, non sono militanti dell’Italia dei valori, e sono certo non lo sarebbero mai stati, anzi come cittadini si sentivano poco italiani, erano dei veri e autentici cittadini del mondo e quando sarebbero dovuti rientrare in Italia per partecipare alla prima guerra mondiale si rifugiarono in Messico, anche per non rispondere – come emigranti – alla chiamata dell’esercito americano, proprio a testimoniare che non credevano nell’Italia che aveva come valore la guerra (e tante altre cose negative) Ricordo che anni fa, in un paese del casertano «Forza Italia» costituì un Circolo intestato ad Errico Malatesta – scrissi un articolo su «Umanità Nova» e dopo poco il circolo cambiò nome. Ci auguriamo che anche i sostenitori dell’Italia dei valori di Torremaggiore trovino altri nomi a cui intestare la loro Associazione, senza speculare su una terribile tragedia che appartiene alla storia del movimento anarchico italiano. Infine, per dirla con il linguaggio dello stesso Di Pietro: «Che ci azzecca Di Pietro con Sacco e Vanzetti?». Non vorremo che Di Pietro fosse… anarchico e noi non lo sappiamo!

29 agosto: Contro Galzerano, Matteo Marolla, presidente dell’Associazione, si scalglia con questa missiva.

L’attenzione dedicata dall’editore Galzerano al caso Sacco e Vanzetti ed al Movimento Anarchico è sicuramente storica e non è in discussione. Ci dispiace che abbia conosciuto la nostra Associazione solo grazie all’opportunità, che ha colto a volo, di utilizzare il SACCO E VANZEETI MEMORIAL DAY per una polemica con l’on. Di Pietro. L’avesse conosciuta un pò prima e un pò meglio avrebbe saputo che la FdCA, attraverso un suo autorevole membro, ha partecipato alla fondazione dell’Associazione Sacco e Vanzetti ed ha sempre partecipato, intervenendo con due suoi esponenti, sia al dibattito del 2007 che del 2008. A quello del 2010 non è potuta intervenire per suoi impegni. L’editore Galzerano se si fosse informato meglio avrebbe saputo che a questa edizione è intervenuto anche Michele Rizzi, coordinatore regionale del Partito dell’Alternativa Comunista, che ha avuto tutto il tempo per esprimere in assoluta libertà (ci mancherebbe altro) il suo pensiero, altrettanto ha fatto Mimmo Di Gioia di LIBERA, Cesare Sangalli di AMNESTY INTERNATIONAL, Teresa Marcone, figlia di Francesco MARCONE, di LIBERA, Arianna BALLOTTA, Presidente della Coalizione Italiana contro la Pena di Morte, e, con video, Roberto Malini, co-presidente di EVERYONE. Non avrebbe saputo, perché non l’abbiamo detto “per carità di patria”, ma lo diciamo ora, che abbiamo invitato moltissimi altri illustrissimi politici, i quali non solo non sono venuti, ma non hanno neanche risposto. Almeno una volta erano soliti mandare il “telegramma tecnico” in cui quanto meno dimostravano attenzione, oggi, super garantiti da questo sistema elettorale, non si preoccupano neanche di quello. Certo pensiamo che nessuno si possa ritenere depositario del copyright riguardante l’eredità politico-culturale di una vicenda come quella di Sacco e Vanzetti, che ha segnato le coscienze democratiche del XX secolo. Non ci riteniamo unici depositari noi che abbiamo fondato l’associazione che porta il loro nome ed ha come fondatrice e Presidente Onoraria la nipote vivente di Nicola Sacco, Fernanda Sacco, oltre a Giovanni Vanzetti, nipote di Bartolomeo Vanzetti, come socio onorario. Con altrettanta “laicità culturale” pensiamo non si possa ritenerlo l’autorevole Movimento Anarchico, che rispettiamo, anche perché possiamo sempre confrontarci con molta serenità e spirito costruttivo sull’anarchismo di Sacco e Vanzetti. L’eredità di Sacco e Vanzetti, come è ovvio, appartiene all’umanità intera. Noi vogliamo modestamente contribuire a tener viva la loro memoria, perché quel triste passato, che per molti aspetti, è già il nostro presente, non diventi anche il futuro nostro e dei nostri figli. Nello specifico dell’intervento dell’on. Di Pietro, premesso che non ha certo bisogno di difensori d’ufficio, credo che sia stato riferito male all’editore Galzerano. Perché il “giustizialista” Di Pietro (che, fra l’altro, mi risulta non abbia condannato innocenti o presunti tali, ma smantellato un sistema di corruzione) ha detto chiaramente che il “processo equo” è quello che assolve gli innocenti e dà la giusta pena ai colpevoli, aggiungendo, ovviamente, che mai e poi mai la giusta pena può essere la pena di morte, quindi rinnovando il suo autorevole impegno a far sì che l’ONU passi dalla sterile ed insufficiente moratoria approvata il 18 dicembre 2007 alla vera e propria abolizione! Ritengo che sia stato un intervento MOLTO SERIO, DA ATTENTO CONOSCITORE E STUDIOSO DEL SISTEMA GIUDIZIARIO e, SOPRATTUTTO, SENZA ALCUNA STRUMENTALIZZAZIONE POLITICA. Ritengo onestamente che anche l’editore Galzerano se avesse avuto modo di essere presente e sentirlo per intero non avrebbe potuto che apprezzarlo e spero che presto possiamo avere la possibilità di un confronto. Certo già da ora l’illustrissimo editore sappia che le porte della nostra Associazione sono aperte e riteniamo utilissimo anche il suo contributo, se è disponibile ad abbandonare pregiudizi.

5 settembre: Anche Fernanda Sacco si unisce al coro marolliano:

Gentile Editore Galzerano, dalla risposta del Presidente dell’Associazione ‘Sacco e Vanzetti’, dott. Matteo Marolla avrà appreso che l’ultima nipote vivente di Nicola Sacco ha voluto fondare l’Associazione in ricordo dei due martiri. Ebbene, sono io Fernanda Sacco, e, quasi offesa, Le scrivo per informarLa di tante cose che LEI non sa. Da oltre 30 anni (ottantenne!) mi dedico a questa causa. Voglio portare ai giovani, nelle scuole, il ricordo dei due emigranti italiani, condannati ingiustamente. Gentile Editore, Sacco e Vanzetti, appartengono alla storia, al mondo intero, a tutte le ideologie che amano e difendono la Giustizia e non può essere solo un appannaggio del Movimento Anarchico. Come socialisti, noi di famiglia, Sacco, abbiamo sempre condannato le sue idee politiche, ma ci siamo ribellati contro la condanna per omicidio a scopo di rapina. E’ questo che io comunico ai giovani, senza interessi politici, perciò noi ci sentiamo liberi di invitare tutti quelli che sostengono la loro innocenza! Coma fa lei a dire che i due si sentivano poco italiani se lo hanno gridato fino all’ultimoistante? Perchè non dice che andarono nel Messico per sfuggire al Servizio di Leva in USA (anche per gli emigranti) e non perchè non volevano rientrare in Italia? Il Vostro movimento anarchico non ci interessa, anzi aggiungo che conservo dei brutti ricordi: tafferugli e scontri nella sede RAI di Torino e a Villafalletto nel 1977. Avevano persino deciso di togliere dalla lapide di mio zio il suo nome di battesimo, Ferdinando, perchè, a loro dire, per la Storia era Nicola. E per ultimo Le dico: una gentile signora del Centro Italia, mai conosciuta, ma invitata proprio perchè anarchica, voleva imporre prepotentemente la sua nomina a Presidente della nostra Associazione. Gentile Editore, Lei con la Sua lettera ha voluto scagliare un’ultima bombetta… ed io senza farLa dispiacere troppo, voglio darLe un’ultima notizia: ho acquistato personalmente quella sede, che resterà per sempre ‘ASSOCIAZIONE SACCO E VANZETTI’ ed ho ospitato il Partito dell’Italia dei Valori, perchè difende la Giustizia, quella che Sacco e Vanzetti non hanno avuto. Gentile Editore, il tutto ci fa pensare che è assolutamente impossibile avere un confronto, perchè noi parliamo della condanna per delitto a scopo di rapina, voi volete parlare solo del loro ideale politico: l’anarchia